Tecnologia
Il prototipo per passare da motore diesel a idrogeno

Rendere la propria automobile sostenibile senza bisogno di comprarne una nuova? In futuro potrebbe essere possibile. Un prototipo sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’University of New South Wales (Australia) consentirebbe di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica.
Come funziona? Scopriamolo insieme.
Il funzionamento
Come ha riportato in un articolo l’International Journal of Hydrogen Energy, questo gruppo di scienziati è riuscito ad ideare un sistema ibrido a doppia alimentazione. L’iniezione diesel resta nel sistema retrofit, mentre viene aggiunta quella ad idrogeno nel cilindro.
Quanto diventano sostenibili le auto?
Si tratta di un particolare meccanismo che, tra l’altro, non necessita dell’utilizzo di idrogeno con un’elevata purezza.
Per comprendere quanto renda realmente la propria auto green basta dare un’occhiata ai dati che emergono: con l’utilizzo del 90% di idrogeno come carburante si possono ridurre le emissioni di carbonio di ben 85,9% rispetto a quanto producono i tradizionali motori diesel. Il tutto senza diminuire l’efficienza, anzi aumentandola del 26% rispetto ai motori monocilindrici.
Alcuni vantaggi
Si tratta di un sistema che porterebbe con sé molti vantaggi. Grazie a questa trovata ingegnosa che consentirebbe di inquinare di meno senza dover necessariamente acquistare una nuova automobile, si incentiverebbe anche i più restii ad avvicinarsi al mondo della sostenibilità. Inizialmente potrebbe diventare un’ottima soluzione anche per le aziende che dispongono di grandi flotte industriali di veicoli diesel per far loro raggiungere più facilmente l’obiettivo della decarbonizzazione totale.
Quando sarà in vendita?
Ma concretamente quando sarà disponibile sul mercato? Nemmeno troppo tardi, visto che la speranza dei ricercatori è quella di riuscire a mettere in commercio il prodotto entro i prossimi 24 mesi.
Non resta che attendere, anche per capire se il prezzo di vendita potrà essere abbordabile non solo per una nicchia di acquirenti ma anche per i clienti di massa, anche se sembrerebbe che per il momento non potrà convertire tutti i motori diesel ma solo alcune tipologie.
Micromobilità
Escend Blades, i primi pattini elettrici in linea al mondo

La sempre più rapida diffusione dei mezzi di micromobilità sostenibile sta stimolando anche l’ingegno e la creatività. È proprio quello che è successo a Anton Larin e Rashid Mustafa, due ingegneri inglesi fondatori della start up “Escend Blades” (nata nell’ottobre 2020) che, vedendo l’esplosione di questo mercato con bici elettriche, monopattini, scooter, si sono accorti che poteva ancora esserci uno spazio da riempire.
Così recentemente hanno lanciato “i primi pattini elettrici in linea al mondo”, come li presentano sul sito web della loro azienda. Ma quali sono le caratteristiche specifiche di questi particolari pattini green? Scopriamole insieme.
Le caratteristiche tecniche
Innanzitutto, si tratta di mezzi che risultano molto utili per i brevi spostamenti in ambito urbano: infatti, con propulsori da 800 watt, hanno un’autonomia di circa 15 km che può aumentare grazie alla frenata rigenerativa, si possono ricaricare in sole 4 ore e riescono a raggiungere una velocità massima per niente indifferente (25 km/h).
Velocità che si può anche regolare attraverso uno speciale telecomando wireless, il quale, oltre a mostrare il livello di carica, consente di frenare e selezionare tre differenti tipologie di guida (che includono anche la retromarcia): Eco, Commute e Turbo.
Dove utilizzarli?
Come dicevamo, sono ottimi in ambito urbano, ma gli pneumatici in gomma siliconica consentono di muoversi anche su ghiaia, erba e terreni sconnessi.
Tra l’altro, questi pattini sono compatibili con quasi tutte le scarpe da skate in circolazione sul mercato.
Il prezzo e la disponibilità
Ma arriviamo al sodo: quanto costano questi innovativi mezzi di micromobilità sostenibile? Come tutti i mezzi unici e innovativi, il prezzo iniziale non è super economico, ma in questo caso nemmeno proibitivo: si possono preordinare sulla piattaforma kickstarter a partire da un prezzo di 665 dollari per un set base che si può utilizzare anche con le normali scarpe, ma si possono acquistare anche compresi di scarpe compatibili. Le prime consegne sono già partite nel mese di ottobre.
Attualità
Zeekr M-Vision: ecco il robotaxi elettrico a guida autonoma

Vi piacerebbe salire sulla vostra automobile senza più dover pensare alla guida, dedicando il tempo del viaggio ad altre utili o divertenti attività? Probabilmente in futuro diventerà la normalità e ci sono aziende che stanno già cercando di velocizzare questo passaggio. È il caso di Zeekr, marchio del gruppo cinese Geely, che recentemente ha presentato M-Vision, il suo prototipo di un robotaxi elettrico a guida autonoma.
Volete saperne di più? Continuate a leggere il nostro articolo!
La piattaforma SEA-M
Questo futuristico veicolo si baserà su una piattaforma denominata SEA-M, la quale consentirà di progettare veicoli con interni più ampi, ingressi al mezzo più agevoli, schermi multifunzionali per far sì che i passeggeri potranno restare connessi a Internet durante il viaggio e molto altro.
Quando sarà disponibile questa piattaforma? Sembrerebbe nel 2024 per la produzione in serie.
Le caratteristiche di M-Vision
Sono emersi i primi dettagli per quanto riguarda M-Vision. Fari rigorosamente a led, sensori diffusi su varie parti della carrozzeria, portiere scorrevoli, assenza di volante e quindi di conducente, con i 5 posti riservati ai passeggeri ed elevati standard dal punto di vista della sicurezza.
La plancia ha un grande display con altoparlanti ai lati. I sedili si potranno anche ruotare a 180 gradi in modo da comunicare meglio tra passeggeri e creare una situazione simile a quella di casa, visto che sono presenti anche tavoli pieghevoli.
Mezzi per il car sharing
Secondo le prime indiscrezioni, questi radiotaxi inizialmente saranno utilizzati soltanto per i servizi di car sharing in alcune città americane e dovrebbero essere predisposti per effettuare 500 mila km in 5 anni (mediamente 16 ore al giorno).
Ora non resta che attendere che l’azienda fornisca ulteriori dettagli tecnici!
I robotaxi
Doverosa parentesi: cosa sono i robotaxi? Si tratta di veicoli con guida autonoma senza conducente che, però, prevedono comunque la presenza di una sorta di “autista” che monitori la vettura.
Alcuni di questi mezzi sono già diffusi negli Stati Uniti, ad esempio a San Francisco, dove però viaggiano solo su alcune strade, ad una velocità massima più ridotta (autolimitata a 100 km/h) e non funzionano con pioggia o scarsa visibilità, ma ci sono aziende che adottano criteri ancora più stringenti per la circolazione di questi innovativi veicoli green.
Tecnologia
Battery Swap: quali sono le prospettive in Europa?

Il battery swap sicuramente è più diffuso in Oriente, dove sta riscontrando sempre più successo; ora alcune società stanno cercando di testarlo anche in Europa.
Questo sistema consente di sostituire in pochi minuti la batteria elettrica quando si scarica e, fino ad oggi, non è ancora decollato nei paesi occidentali. La causa? Gli elevati costi delle infrastrutture e la maggiore difficoltà rispetto alla Cina di attuare uno standard comune per la realizzazione delle batterie.
Adesso, però, sembra che qualcosa stia cambiando. Approfondiamolo insieme.
Il consorzio
Per comprendere quanto l’interesse verso il battery swap sia crescente, basta un dato: il consorzio Swappable Batteries Motorcycle Consortium (SBMC), a solo un anno dalla fondazione, conta già 21 membri. Si tratta di un consorzio che è nato proprio per puntare alla diffusione di questo particolare sistema di cambio batteria e stimolare la crescita di moto e scooter elettrici.
La diffusione in Europa
Una crescita che sta iniziando a coinvolgere anche l’Europa. Tra le aziende che fanno parte di questo consorzio, infatti, compare anche la casa automobilistica Nio, la quale ha recentemente inaugurato la seconda stazione col battery swap in Norvegia e ha dichiarato di voler ampliare la sua presenza anche in altri mercati europei.
Le prospettive in Italia
Sembrerebbero esserci buone prospettive anche per l’Italia, visto che recentemente ha aderito al consorzio anche il gruppo bolognese FIVE (Fabbrica Italiana Veicoli Elettrici), “stabilimento industriale – si legge sul sito web ufficiale – per la realizzazione di bici e ciclomotori energeticamente autosufficienti, costruiti con prodotti in grado di garantire efficienza e riduzione dei consumi”. Inoltre, crede in questo sistema anche Eni che sta investendo proprio in questa tecnologia.
Un segnale importante che farebbe pensare ad un probabile futuro investimento sul battery swap anche nel nostro Paese: questo sistema, tra l’altro, potrebbe anche dare una spinta alla diffusione dello sharing elettrico perché consentirebbe di aumentare il numero di corse totali, facendo in modo che il servizio diventi più sostenibile anche dal punto di vista economico.
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