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Ambiente

Gli pneumatici delle auto elettriche inquinano?

“Anche le auto elettriche inquinano”: lo dicono spesso i detrattori dei veicoli green, ma è anche uno dei dubbi che attanaglia gli scettici. Se è fuori dubbio che i mezzi elettrici inquinino notevolmente meno di quelli tradizionali, è altrettanto certo che ci siano alcuni elementi che inquinano comunque. 

Tra questi, c’è l’emissione derivante dall’usura degli pneumatici che provoca l’emissione nell’atmosfera di microplastiche e, tra l’altro, sembra sia maggiore proprio con le auto elettriche. Ma c’è una buona notizia: proprio questo problema potrebbe avere presto una soluzione, sulla quale sta lavorando la startup inglese “The Tyre Collective”. Vediamo insieme come. 

Lo studio

Per inquadrare il fenomeno partiamo da uno studio. Secondo l’International Journal of Environmental Research and Public Health, in Europa vengono immesse nell’atmosfera ogni anno ben 500 mila tonnellate di particolato di pneumatici.

Il problema, quindi, non solo esiste ma è anche particolarmente rilevante. Il peso maggiore delle auto elettriche e la più rapida accelerazione causano un’usura più rapida delle gomme rispetto alle auto endotermiche. Si può comprendere ancora meglio quanto sia importante trovare al più presto una soluzione.

L’idea innovativa

“The Tyre Collective”, come riporta Bloomberg, ha ideato un dispositivo che raccoglie le polveri degli pneumatici che si creano con l’attrito sull’asfalto. Il dispositivo installato dietro le ruote e alimentato dall’alternatore dell’automobile ha permesso di assorbire ben il 60% delle polveri. Per questo motivo The Tyre Collective è stata tra le quattro vincitrici dei premi Terra Carta Design Lab, assegnati per le invenzioni originali contro i cambiamenti climatici.

Quando sarà lanciata sul mercato?

Al momento siamo ancora agli albori del progetto. Il dispositivo è ancora un prototipo e nei primi test su strada ha raccolta circa un quinto delle emissioni, ma vi è un ampio margine di miglioramento. 

Bisogna attendere il 2024 quando l’azienda vorrebbe lanciare il suo originale dispositivo sul mercato. L’idea iniziale è di installarlo sul retro di grandi flotte e mezzi per le consegne, per poi proporlo per tutte le tipologie di auto elettriche. 

Insomma, un piccolo grande passo che potrebbe avvicinare alcuni scettici al mondo delle auto green e, magari, far cambiare idea anche a qualche detrattore.

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Ambiente

Vacanze sostenibili? Ci sono le Seychelles!

State pensando ad una vacanza all’insegna della sostenibilità? E magari la vorreste fare all’estero, in un posto paradisiaco? Niente paura abbiamo trovato la meta che fa per voi: le Seychelles. Una meta alla quale si può facilmente affiancare la parola green, senza paura di averla utilizzata a sproposito. 

Per esserne sicuri basta un dato: ben il 43% del suo territorio che comprende 115 isole di corallo e granito nel cuore dell’Oceano Indiano (circa 1000 km a est dalle coste del Kenya e della Tanzania) è Riserva Nazionale o Parco Nazionale. Pronti a partire?

Alcuni dati

Se non siete ancora convinti, vi mettiamo a disposizione altri numeri. Queste isole fanno parte dei 25 Biodiversity Hotspot che ci sono in tutto il mondo: in queste meravigliose isole, infatti, sono presenti 850 piante e 2426 specie di insetti e la flora e la fauna contano circa 1000 specie endemiche. 

I siti Patrimoni dell’Unesco

Ma se non siete (ancora una volta) certi della sostenibilità di questa destinazione, ecco qui un’altra informazione: le Seychelles comprendono anche due siti che sono stati dichiarati patrimonio mondiale dell’Unesco, la Vallée de Mai su Praslin e l’atollo di Aldabra. 

Siete già in viaggio? Almeno aspettare la fine del nostro articolo!

La presenza di molti animali

Se avete una spiccata sensibilità ambientale, sicuramente amerete i luoghi dove sono presenti molti animali. Eccovi accontentati: solo per fare un esempio, proprio nell’atollo di Aldabra sono presenti ben 150 mila esemplari di tartarughe selvatiche giganti! Ma ovviamente in tutte le isole ci sono un’infinità di altri animali che potrete osservare.

Sostenibilità a 360 gradi

L’arcipelago, tra l’altro, è plastic free, punta sulla pesca controllata (su questo punto ci sono comunque ancora margini di miglioramento) e ha un Codice per un Turismo Ecosostenibile, proprio per ben bilanciare la presenza di turisti con la tutela di questo affascinante territorio; anche dal punto di vista culinario, è molto facile trovare prodotti locali a km zero, con molti ristoranti che hanno una spiccata sensibilità da questo punto di vista e pongono grande attenzione sull’utilizzo delle materie prime (anche se il sistema di certificazione biologica è ancora in una fase di sviluppo), sostenendo le popolazioni autoctone. 

Focus mobilità sostenibile

Concludiamo con un breve focus sul tema della mobilità sostenibile: sull’isola La Digue, ad esempio, sono a disposizione un centinaio di e-bike e i primi minibus elettrici, ma più in generale, da questo punto di vista ci sono ancora molti margini di miglioramento.

Comunque…. ora che avete finito di leggere potete partire verso questa meta davvero sostenibile. Buon viaggio e buone vacanze!

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Ambiente

Il record di velocità su skateboard elettrico

Se pensate sia impossibile che uno skateboard elettrico possa raggiungere la stessa velocità di un’auto, ora dovrete ricredervi perché c’è un ingegnere che è riuscito a superare i 132 km/h, risultato straordinario che lo ha fatto entrare anche nel Guinness dei Primati. 

Il protagonista

Il protagonista di questo risultato da brividi si chiama Raine Kent, è un ingegnere australiano e lo scorso settembre è riuscito a raggiungere la velocità di 132,37 km/h con uno skateboard elettrico che si è costruito lui stesso: Raine, infatti, è anche titolare del marchio “Raith” specializzato proprio nella costruzione di questi particolari mezzi green

Ma per comprendere ancora meglio quanto questo risultato abbia dell’incredibile, basta far riferimento al precedente record di velocità con questa tipologia di skateboard che era di 95 km/h. Una bella differenza con la velocità raggiunta dall’ingegnere australiano e che fa venire i brividi, soprattutto se si pensa che questa velocità è quella che si raggiunge mediamente quando si viaggia alla guida di un’automobile in autostrada!

Alcune caratteristiche del mezzo green

Ma come ha fatto Raine a rendere il suo mezzo green così veloce? Dopo aver pensato ad un potente motore, ha anche disegnato con minuziosità gli angoli dello skate, proprio per evitare che oscillasse all’aumentare della velocità. 

L’attività di Raine

Questo primato, tra le altre cose, ha permesso al brillante ingegnere di far conoscere la sua attività, promuovendo gli skate che ha prodotto: tra questi, ce n’è uno che si chiama Vengeance 4WD, il quale ha un motore da 9,6 kW e, con trazione integrale, consente di raggiungere una velocità massima che si avvicina alla stessa del record di cui abbiamo appena scritto.

Attenzione, però: per raggiungere queste velocità estreme bisogna essere dei professionisti e, anche in questo caso, bisogna avere molta cautela, senza mai dimenticare di indossare una tuta adatta, tutte le protezioni e un casco integrale.

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Ambiente

Cos’è l’eco design?

La sostenibilità deve coinvolgere tutti gli aspetti del quotidiano a 360 gradi ed è per questo che è importante che passi anche dalla realizzazione di prodotti green. Si tratta del cosiddetto eco design che per essere realmente attuato deve rispettare determinati principi.

 Per scoprire quali sono, continuate a leggere il nostro articolo!

La definizione

Innanzitutto, per inquadrare l’argomento, è bene partire dalla definizione: la commissione europea afferma che “l’ecodesign è l’integrazione sistemica degli aspetti ambientali nella progettazione del prodotto al fine di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso dell’intero ciclo di vita” (direttiva quadro sui rifiuti, 98/2008 /CE). 

Nello specifico, l’ecodesign non si riferisce sono alla realizzazione del prodotto ma al suo intero ciclo di vita e non solo perché bisogna anche iniziare a prevedere la riparazione e il riutilizzo del prodotto stesso al termine del suo utilizzo primario. 

I principi

Per chiarificare ancora meglio i paletti, ci sono sei principi che bisogna rispettare per rientrare in questa particolare categoria sostenibile:

1. Utilizzare materiali sostenibili che siano riciclati e riciclabili.

2. Dare priorità al risparmio energetico e alla riduzione dei consumi durante tutto il processo produttivo.

3. Creare prodotti che possano durare il più a lungo possibile, in modo da limitare i rifiuti.

4. Garantire il riutilizzo.

5. Realizzare prodotti con il minor numero di materiali differenti tra di loro per favorire il riciclo.

6. Produrre con risorse rinnovabili sostenibili e, preferibilmente, locali.

Il tutto nell’ambito dell’economia circolare che preveda ciclicità e sicurezza nella produzione. 

L’importanza del riciclo e riuso

Per fare tutto ciò, diventano essenziali due argomenti molto dibattuti negli ultimi anni quando si parla di sostenibilità: il riciclo e il riuso. Concetti che diventano essenziali per ridurre al minimo la produzione di rifiuti e per donare una “seconda vita” ai prodotti stessi, riducendo ai minimi termini qualsiasi spreco.

Pensandoci bene, sono argomenti che si legano molto bene anche alla mobilità sostenibile in questo particolare settore, infatti, la sfida è quella del riciclo e riuso delle batterie elettriche, una sfida che è importante vincere anche per far avvicinare più persone possibili a questo mondo, compresi gli attuali detrattori.

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