Attualità
Come abitare in una casa sostenibile

Il mosaico della sostenibilità ha bisogno di svariati tasselli per essere completato e uno di questi è quello che raffigura le abitazioni. Abitare in una casa sostenibile contribuisce in maniera rilevante a ridurre le emissioni di Co2. Si pone un’attenzione particolare a partire dalla costruzione, sin dalla scelta dei materiali più ecosostenibili.
Ecco qui alcuni accorgimenti per vivere in una vera casa ecosostenibile.
I materiali
Partiamo proprio dalle fondamenta. Per la costruzione di case green è molto importante anche la scelta dei materiali e ne esistono molti alternativi a cemento, acciaio e plastica. Tra questi, possiamo ricordare il legno che risulta essere resistente e flessibile (si può utilizzare per i pavimenti ma anche per i muri, fino ad arrivare a casa economiche completamente costruite in legno), pietra naturale (per i pavimenti) e sughero (come isolante).
Come riscaldare la casa?
Una volta costruita l’abitazione, bisogna pensare a riscaldarla e illuminarla. In primis, è importante la presenza di molte finestre in vetro (meglio se doppio) che facciano entrare sufficiente luce; dopo per una vera casa ecologica non può mancare l’installazione di pannelli fotovoltaici, cappotti termici e pompe di calore.
I costi
La forbice dei prezzi per questa tipologia di abitazioni è ampia ma non è vero che sono inaccessibili. Da una parte i materiali ecosostenibili sono a basso costo e dall’altra i pannelli fotovoltaici riducono drasticamente i costi per l’energia e il costo per la loro installazione viene ammortizzato in una decina d’anni.
Alcuni dati
Quelli che abbiamo appena enunciato sono alcuni essenziali accorgimenti per abitare in una casa green che rispetti il può possibile l’ambiente che ci circonda anche perché il settore delle costruzioni risulta essere tra i più inquinanti.
Lo evidenziano nitidamente i dati: secondo uno studio delle Nazioni Unite, infatti, “nel 2021 – si legge nello studio – il settore delle costruzioni ha rappresentato circa il 37% delle emissioni di CO2 legate all’energia”. Per rendere meglio l’idea: le costruzioni hanno superato anche il settore dei trasporti che si è fermato al 22%.
Insomma, tutto ciò fa comprendere che il tassello dell’abitare è essenziale nel mosaico della sostenibilità, anche perché molti di voi dovranno abitare nella stessa casa per tutta la vita e se riuscirete a farlo in maniera sostenibile sarà un beneficio per tutti.
Attualità
Il mercato delle auto elettriche cresce, ma non come l’Europa

Il fatto sicuramente positivo è che il mercato delle auto elettriche sta crescendo, ma ci sono ancora grandi margini di miglioramento soprattutto perché il mercato italiano non sta al passo con quello europeo. È questa l’estrema sintesi degli ultimi dati sul mercato dell’automotive diffusi dall’associazione Motus-E; dati che fanno ben sperare sulla diffusione delle auto green e che danno una visione d’insieme anche sulla situazione europea.
Scopriamoli insieme!
Alcuni dati
Il primo dato che prendiamo in considerazione è positivo: al 31 luglio 2023 circolavano in Italia circa 204 mila auto elettriche, di cui 36.778 nuove immatricolazioni da gennaio a luglio di quest’anno con un aumento del 29,63% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ed è confortante anche la quota di mercato dei primi sette mesi dell’anno che ha un leggero incremento, passando dal 3,56% del gennaio-luglio 2022 al 3,82% nello stesso periodo di quest’anno.
Un leggero aumento che mantiene viva la speranza sulla diffusione delle auto elettriche, ma che fa ben comprendere quanto ancora la strada sia lunga per un aumento di investimenti e fiducia nel settore della sostenibilità automobilistica.
La diffusione nelle regioni
Quali sono le regioni con ma maggior diffusione di veicoli green? Sempre prendendo in considerazione i primi sette mesi dell’anno, sul gradino più alto del podio c’è la Lombardia con 6.763 veicoli immatricolati (+41,5% rispetto ai primi sette mesi del 2022), al secondo posto il Trentino-Alto Adige con 6.630 immatricolazioni (+31,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e la medaglia di bronzo va al Lazio con 4.299 veicoli immatricolati (+36,4%).
Alcuni numeri europei
È importante, però, anche capire quanto siamo ancora distanti dai numeri di altri Paesi europei. Solo per fare alcuni esempi: in Francia la quota di mercato dell’elettrico puro è 17,2%, in Germania 18,9%, 5,8% in Spagna e 17,9% nel Regno Unito.
Proprio per questo Motus-E evidenzia che “diventa sempre più urgente utilizzare in modo maggiormente efficace le risorse già stanziate per il settore, intervenendo sul cap di prezzo per accedere agli incentivi, estendendo le agevolazioni in forma piena anche per le flotte aziendali e i noleggi e rivedendo la fiscalità con vantaggi specifici per chi sceglie la mobilità elettrica”.
Attualità
L’auto più venduta al mondo è elettrica

Se gli scettici hanno sempre pensato che quello delle auto elettriche sarebbe rimasto un mercato di nicchia, forse dopo questa notizia inizieranno a ricredersi: Tesla Model Y è stato il modello d’automobile più venduto al mondo nel primo trimestre 2023.
Sì, avete capito bene: un’auto elettrica è riuscita a scalare tutte le classifiche, superando nelle vendite anche i modelli di vetture tradizionali.
Un segno di fiducia per il settore
La notizia è sicuramente storica perché è la prima volta che un veicolo green sale in testa alla classifica di vendita mondiale.
Certo, questo non vuol dire che all’improvviso i veicoli green siano diventati più diffusi di quelli tradizionali ed è importante anche premettere che la Tesla è prima in una classifica parziale che si riferisce soltanto al primo trimestre di quest’anno; sicuramente, però, si tratta di un segno che inietta fiducia in tutto il settore e fa ben sperare per un futuro dell’automotive sempre più sostenibile.
I dati delle vendite e il podio
Entriamo ora nel dettaglio: i dati mostrano che la Tesla Model Y è prima in classifica con 267.200 unità vendute, dietro di lei c’è la Toyota Corolla che ha registrato 256.400 unità nel primo trimestre 2023 e sul terzo gradino del podio troviamo la Toyota Hilux con 214.700 unità vendute.
Dove è stata venduta?
Dove è stata venduta prevalentemente questa Tesla? Sicuramente ha riscosso maggiore successo in Cina dove si registrano quasi la metà delle immatricolazioni totali (44%), ma è molto diffusa anche negli Stati Uniti (34%) e inizia ad essere sempre più apprezzata in Europa (19%).
Anche i bus elettrici sorpassano quelli diesel
Pensando ad una mobilità sempre più sostenibile non è da sottovalutare nemmeno un altro dato: in Europa gli autobus elettrici sono i più venduti nel primo trimestre del 2023, superando quelli diesel.
Due notizie confortanti per chi crede nell’elettrico che fanno ben sperare e che potrebbero diventare un ottimo incentivo per trovare sempre più imprenditori che decideranno di investire concretamente nella mobilità green.
Attualità
Intervista al bergamasco Mario Caironi

“La mobilità sostenibile è una strada inevitabile. Bisogna investire in modo serio in quella direzione per il beneficio di tutti, per la salute pubblica in prima battuta”.
A parlare è Mario Caironi, 45enne bergamasco (originario di Scanzorosciate) che si è laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano e, dopo un dottorato in ingegneria dell’informazione a Milano e un post dottorato di ricerca a Cambridge, dal 2014 ha allestito e dirige il Printed and Molecular Electronics Laboratory dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano.
Proprio lui, insieme al suo team (primo autore del lavoro è Ivan Ilic), ha realizzato il primo prototipo al mondo di una batteria ricaricabile commestibile. Noi di Guida Sostenibile siamo riusciti ad intervistarlo per scoprirne di più.
1. Come vi è nata l’idea di creare una batteria commestibile?
L’idea è nata dal fatto che c’è un trend dello sviluppo di dispositivi ingeribili che servono a leggere parametri all’interno del corpo: fino all’altro ieri le uniche tecnologie già sul mercato erano di elettronica standard che viene incapsulata in una pillola rigida, la quale fa sì che l’elettronica al suo interno non entri a contatto col corpo.
La nostra sfida è partita da questa domanda: perché non fare pillole che possano fare operazioni più semplici (al momento non si possono integrare telecamere) però utili, ad esempio leggere alcuni parametri fisici, con un’elettronica nuova che possa essere completamente sicura per l’ingerimento, come il cibo?
Da qui poi c’è stata la necessità di avere i diversi componenti, quindi anche una batteria commestibile che abbiamo realizzato nel 2022 e messo a punto quest’anno.
2. Quali sono gli “ingredienti” che la compongono?
Come anodo c’è la riboflavina (conosciuta comunemente come vitamina B2) che è presente nelle mandorle e come catodo la quercetina contenuta nei capperi, per esempio. Queste molecole sono disperse in elettrodi a base di carbonio attivo, l’elettrolita è a base di acqua e il separatore dei due elettrodi lo abbiamo realizzato con alghe nori, quelle per la preparazione del sushi.
Poi gli elettrodi sono incapsulati in cera d’api e si compongono di materiali a più alta conducibilità che sono fatti con fogli di oro alimentare, quello che si mette sulle torte.
3. Può dirci alcune caratteristiche di questa batteria?
La tensione è di 0.65 V, nella prima versione la carica può durare fino a un’ora e può alimentare un piccolo led a bassa potenza, per esempio.
Ora stiamo lavorando, mantenendo fissi i materiali quindi la chimica della batteria, sull’architettura per mettere nello stesso volume sempre più capacità e sappiamo come aumentarla di dieci volte.
4. Le vostre batterie hanno già elevati livelli di sicurezza?
I materiali che abbiamo utilizzati li ingeriamo già in quantità molto superiori a quelli presenti nella batteria; quindi, a livello di ricerca noi la consideriamo estremamente sicura.
5. Arriveranno sul mercato?
Per quanto riguarda lo sviluppo, noi stiamo mettendo a punto anche dei sistemi della batteria per controllare, ad esempio come viene rilasciato un farmaco e altri aspetti.
È chiaro che per entrare sul mercato passerà diverso tempo perché c’è bisogno dello sviluppo tecnologico e di vari test per la sicurezza. Noi stiamo già lavorando anche in direzione del trasferimento tecnologico: ci sono molte vie per farlo, come creare start up o trasferirle nelle aziende interessate e stiamo ideando ora dei modelli per poter portare i prodotti sul mercato; si parla però di tempi lunghi, almeno 10 anni.
6. Ritiene che si possa percorrere la vostra strada per alimentare le auto elettriche con batterie commestibili, senza uso di materiali tossici?
Le nostre non sono batterie che possono alimentare la Tesla. Ma perché fare una batteria commestibile per un’auto? In realtà, servirebbe una batteria sostenibile, il cui smaltimento ha meno impatto.
Quello che noi vogliamo è mostrare che, anche con materiali di uso comune, è possibile realizzare una batteria vera e propria. Tra i nostri intenti, c’è anche quello di far comprendere che c’è una strada di sostenibilità anche per le batterie delle auto.
7. Si potrà arrivare alla soluzione dello smaltimento batterie e dell’utilizzo di materiali non tossici?
È fuori dal mio ambito ma è una strada forzata e la ricerca mostra che si può andare in questa direzione: ci sono potenzialità per aggredire gli aspetti più impattanti, dopodiché il tema riguarda le tempistiche e il mercato, difficili da prevedere.
8. Quanto è importante investire sulla mobilità sostenibile?
Per me è qualcosa che interessa tutti nella vita quotidiana: soprattutto nei grandi centri metropolitani la mobilità sostenibile è una strada inevitabile, così come rivedere la mobilità in senso lato vuol dire creare un’interconnessione tra diversi tipi di mobilità che abbiano sempre minor impatto.
Bisogna investire in modo serio in quella direzione per il beneficio di tutti, per la salute pubblica in prima battuta.
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