Ambiente
Riscaldamento globale e crisi energetica: l’esempio delle città car-free

Da una parte c’è la siccità, che ha colpito pesantemente quest’estate, dall’altra c’è la crisi energetica, che sta già facendo sentire i suoi effetti e ci darà del filo da torcere nei mesi più freddi. Due problemi diversi, sicuramente non facili da risolvere, per i quali servono molteplici risposte; ce n’è una, che in qualche modo incrocia le due problematiche e prova a tracciare una delle vie corrette. Si tratta della mobilità sostenibile, che deve anche essere supportata da un mix di infrastrutture efficienti, innovazione, sensibilizzazione e smart cities.
Alcuni esempi virtuosi
Da questo punto di vista, ci sono alcuni esempi virtuosi che si possono seguire, i quali hanno già iniziato a tracciare la strada.
Solo per citarne due: Stoccolma e San Francisco. La prima ha un sistema di trasporti pubblici efficiente, green e integrato. Punta a diventare “car-free” entro il 2040, con la bicicletta considerata a tutti gli effetti un mezzo di trasporto. La seconda vuole raggiungere le zero emissioni entro il 2050, grazie alla creazione di corridoi sicuri e protetti per bici e pedoni, al passaggio all’elettrico al 100% e ai veicoli a guida autonoma.
L’importanza di una strategia globale
È necessario che sempre più città decidano di intraprendere questa strada, anche perché il tema non è per niente da sottovalutare: auto, treni, autobus, navi, aerei, alimentati con combustibili fossili sono responsabili di un quarto delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea.
Non può essere sufficiente neanche la sola buona volontà dei cittadini, perché serve un sistema infrastrutturale che supporti tutto ciò e, da questo punto di vista, è indispensabile che le nostre città diventino intelligenti (smart cities).
È necessaria una strategia globale che chiami all’appello non solo i decisori politici, ma anche soggetti privati disposti a investire e supportare il passaggio verso città, infrastrutture e mezzi sostenibili.
Il post lockdown e la sostenibilità
Vi ricordate il lockdown del 2020 e il primo periodo nel quale potevamo iniziare ad uscire? Quanti di voi non vedevano l’ora di fare un giro in bicicletta all’aria aperta, al posto di chiudersi all’interno di un’automobile? Provate a ritornare con la mente a quel periodo, in cui il traffico veicolare era minore e la voglia di muoversi in maniera sostenibile era diventata, per molti, una priorità. Forse comprenderete che vivere in città più green non solo è più bello, ma è anche possibile.
Potremmo trarre insegnamento da questi periodi bui che abbiamo passato e che, con la crisi energetica, stiamo continuando a vivere. Non possiamo ignorare il fatto che il riscaldamento globale sia un problema sempre più visibile e che necessita di risposte immediate, anche dal punto di vista della mobilità urbana.
Ambiente
Vacanze sostenibili? Ci sono le Seychelles!

State pensando ad una vacanza all’insegna della sostenibilità? E magari la vorreste fare all’estero, in un posto paradisiaco? Niente paura abbiamo trovato la meta che fa per voi: le Seychelles. Una meta alla quale si può facilmente affiancare la parola green, senza paura di averla utilizzata a sproposito.
Per esserne sicuri basta un dato: ben il 43% del suo territorio che comprende 115 isole di corallo e granito nel cuore dell’Oceano Indiano (circa 1000 km a est dalle coste del Kenya e della Tanzania) è Riserva Nazionale o Parco Nazionale. Pronti a partire?
Alcuni dati
Se non siete ancora convinti, vi mettiamo a disposizione altri numeri. Queste isole fanno parte dei 25 Biodiversity Hotspot che ci sono in tutto il mondo: in queste meravigliose isole, infatti, sono presenti 850 piante e 2426 specie di insetti e la flora e la fauna contano circa 1000 specie endemiche.
I siti Patrimoni dell’Unesco
Ma se non siete (ancora una volta) certi della sostenibilità di questa destinazione, ecco qui un’altra informazione: le Seychelles comprendono anche due siti che sono stati dichiarati patrimonio mondiale dell’Unesco, la Vallée de Mai su Praslin e l’atollo di Aldabra.
Siete già in viaggio? Almeno aspettare la fine del nostro articolo!
La presenza di molti animali
Se avete una spiccata sensibilità ambientale, sicuramente amerete i luoghi dove sono presenti molti animali. Eccovi accontentati: solo per fare un esempio, proprio nell’atollo di Aldabra sono presenti ben 150 mila esemplari di tartarughe selvatiche giganti! Ma ovviamente in tutte le isole ci sono un’infinità di altri animali che potrete osservare.
Sostenibilità a 360 gradi
L’arcipelago, tra l’altro, è plastic free, punta sulla pesca controllata (su questo punto ci sono comunque ancora margini di miglioramento) e ha un Codice per un Turismo Ecosostenibile, proprio per ben bilanciare la presenza di turisti con la tutela di questo affascinante territorio; anche dal punto di vista culinario, è molto facile trovare prodotti locali a km zero, con molti ristoranti che hanno una spiccata sensibilità da questo punto di vista e pongono grande attenzione sull’utilizzo delle materie prime (anche se il sistema di certificazione biologica è ancora in una fase di sviluppo), sostenendo le popolazioni autoctone.
Focus mobilità sostenibile
Concludiamo con un breve focus sul tema della mobilità sostenibile: sull’isola La Digue, ad esempio, sono a disposizione un centinaio di e-bike e i primi minibus elettrici, ma più in generale, da questo punto di vista ci sono ancora molti margini di miglioramento.
Comunque…. ora che avete finito di leggere potete partire verso questa meta davvero sostenibile. Buon viaggio e buone vacanze!
Ambiente
Il record di velocità su skateboard elettrico

Se pensate sia impossibile che uno skateboard elettrico possa raggiungere la stessa velocità di un’auto, ora dovrete ricredervi perché c’è un ingegnere che è riuscito a superare i 132 km/h, risultato straordinario che lo ha fatto entrare anche nel Guinness dei Primati.
Il protagonista
Il protagonista di questo risultato da brividi si chiama Raine Kent, è un ingegnere australiano e lo scorso settembre è riuscito a raggiungere la velocità di 132,37 km/h con uno skateboard elettrico che si è costruito lui stesso: Raine, infatti, è anche titolare del marchio “Raith” specializzato proprio nella costruzione di questi particolari mezzi green.
Ma per comprendere ancora meglio quanto questo risultato abbia dell’incredibile, basta far riferimento al precedente record di velocità con questa tipologia di skateboard che era di 95 km/h. Una bella differenza con la velocità raggiunta dall’ingegnere australiano e che fa venire i brividi, soprattutto se si pensa che questa velocità è quella che si raggiunge mediamente quando si viaggia alla guida di un’automobile in autostrada!
Alcune caratteristiche del mezzo green
Ma come ha fatto Raine a rendere il suo mezzo green così veloce? Dopo aver pensato ad un potente motore, ha anche disegnato con minuziosità gli angoli dello skate, proprio per evitare che oscillasse all’aumentare della velocità.
L’attività di Raine
Questo primato, tra le altre cose, ha permesso al brillante ingegnere di far conoscere la sua attività, promuovendo gli skate che ha prodotto: tra questi, ce n’è uno che si chiama Vengeance 4WD, il quale ha un motore da 9,6 kW e, con trazione integrale, consente di raggiungere una velocità massima che si avvicina alla stessa del record di cui abbiamo appena scritto.
Attenzione, però: per raggiungere queste velocità estreme bisogna essere dei professionisti e, anche in questo caso, bisogna avere molta cautela, senza mai dimenticare di indossare una tuta adatta, tutte le protezioni e un casco integrale.
Ambiente
Cos’è l’eco design?

La sostenibilità deve coinvolgere tutti gli aspetti del quotidiano a 360 gradi ed è per questo che è importante che passi anche dalla realizzazione di prodotti green. Si tratta del cosiddetto eco design che per essere realmente attuato deve rispettare determinati principi.
Per scoprire quali sono, continuate a leggere il nostro articolo!
La definizione
Innanzitutto, per inquadrare l’argomento, è bene partire dalla definizione: la commissione europea afferma che “l’ecodesign è l’integrazione sistemica degli aspetti ambientali nella progettazione del prodotto al fine di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso dell’intero ciclo di vita” (direttiva quadro sui rifiuti, 98/2008 /CE).
Nello specifico, l’ecodesign non si riferisce sono alla realizzazione del prodotto ma al suo intero ciclo di vita e non solo perché bisogna anche iniziare a prevedere la riparazione e il riutilizzo del prodotto stesso al termine del suo utilizzo primario.
I principi
Per chiarificare ancora meglio i paletti, ci sono sei principi che bisogna rispettare per rientrare in questa particolare categoria sostenibile:
1. Utilizzare materiali sostenibili che siano riciclati e riciclabili.
2. Dare priorità al risparmio energetico e alla riduzione dei consumi durante tutto il processo produttivo.
3. Creare prodotti che possano durare il più a lungo possibile, in modo da limitare i rifiuti.
4. Garantire il riutilizzo.
5. Realizzare prodotti con il minor numero di materiali differenti tra di loro per favorire il riciclo.
6. Produrre con risorse rinnovabili sostenibili e, preferibilmente, locali.
Il tutto nell’ambito dell’economia circolare che preveda ciclicità e sicurezza nella produzione.
L’importanza del riciclo e riuso
Per fare tutto ciò, diventano essenziali due argomenti molto dibattuti negli ultimi anni quando si parla di sostenibilità: il riciclo e il riuso. Concetti che diventano essenziali per ridurre al minimo la produzione di rifiuti e per donare una “seconda vita” ai prodotti stessi, riducendo ai minimi termini qualsiasi spreco.
Pensandoci bene, sono argomenti che si legano molto bene anche alla mobilità sostenibile in questo particolare settore, infatti, la sfida è quella del riciclo e riuso delle batterie elettriche, una sfida che è importante vincere anche per far avvicinare più persone possibili a questo mondo, compresi gli attuali detrattori.
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